Cascina Cup, la finale: tutti ai piedi di sua maestà Real Dis-Sociati
A vincere la IV edizione del torneo aziendale, che quest’anno ha coinvolto circa 150 giocatori, sono stati gli uomini di Giovanni Malagnino e Massimo Sancamillo. Sugli spalti è festa grande nel ricordo di Carmine Parabita.
I fuochi d’artificio che scoppiettano sopra le teste del pubblico in festa, un lungo applauso che accoglie l’entrata delle due squadre finaliste, i fumogeni che disegnano nell’aria il tricolore di fronte a una tribuna eccezionalmente gremita. Alla polisportiva Cinecittà Bettini, dove riecheggiano nell’aria le note dell’inno di Mameli e del “Gladiatore” per salutare i giocatori, è in scena la finalissima della Cascina Cup-Memorial Parabita, arrivata alla sua IV edizione. A dare il calcio d’inizio è il piccolo Matteo, figlio di Carmine Parabita a cui è dedicato l’evento sportivo.
Per la prima volta non scenderanno in campo i biancorossi dell’Atletico Casalbianco, detentore degli ultimi due trofei. A sfidarsi sul terreno di gioco sono il Real Socialed di Cosimo Zurlo, che proprio in semifinale ha mandato in frantumi le ambizioni della squadra di Massimo Montagna, e la matricola Real Dis-Sociati.
L’avvio dei gialloblù, guidati da Giovanni Malagnino e Massimo Sancamillo, è un po’ troppo timoroso. Provano ad approfittarne gli avversari ma senza successo. A fermare infatti le pericolose incursioni dei man in black sono la sfortuna, un palo e una traversa. Sarà forse per il rumore sordo dei legni o per lo scampato pericolo, sta di fatto che il Real prende coraggio e porzioni di campo fino a trovare il gol con una bella azione di prima.
I Dis-Sociati boys carburano, macinano metri, illuminano il pubblico con giocate veloci e spettacolari fino a trovare il gol del raddoppio pochi minuti dopo. Lo sconforto nella panchina di Mimmo Zurlo è dilagante, come lo sono le azioni degli uomini della temuta coppia Malagnino-Sancamillo.
La superiorità di gioco è tale che, nonostante il duro e instancabile lavoro di contenimento degli all-blacks, alla fine dell’incontro è la squadra dei centri cottura ad aggiudicarsi la nuova edizione della Cascina Cup per 6 a 2.
Come è ormai da tradizione, a prender parte al trofeo organizzato dal Gruppo, leader nei settori della ristorazione collettiva e del global service, sono anche i beneficiari dei centri d’accoglienza gestiti dalla cooperativa sociale Medihospes. Ma il 2019 ha portato con sé una bellissima novità, segno della grande sensibilità del mondo Cascina verso l’integrazione e l’inclusione sociale: a vestire i colori del Real Socialed sono stati, per la prima volta, operatori, rifugiati e richiedenti asilo. Senza distinzione di razza, colore o religione hanno giocato fianco a fianco per tentare di vincere l’ambita coppa.
“Anche quest’anno la Cascina Cup-Memorial Parabita conferma la sua forza aggregante, regalando sia momenti sportivi all’insegna del fairplay e della sana competizione, sia occasioni di socializzazione nel tanto atteso e gustoso Terzo Tempo. Un modo per stare insieme e conoscersi meglio al di fuori dell’orario d’ufficio”. A parlare a margine della partita è un soddisfatto Emilio R. Fusco, amministratore delegato del Gruppo La Cascina, che rivolge subito dopo parole di ringraziamento verso chi ha reso possibile la realizzazione dell’edizione 2019: “Un traguardo, in campo e fuori, che non sarebbe stato possibile senza il supporto dei nostri amici e sponsor di Biologica, Io Bevo e Magris”. Alle parole di Fusco si aggiungono quelle di Francesco Morea, deus ex machina della Cascina Cup, che sottolinea quanto sia importante “valorizzare le attività di team building e lo spirito di appartenenza a una stessa famiglia: la chiave del successo e la forza di tutto il gruppo sono nelle persone che vi lavorano con passione ogni giorno e si sentono parte di un grande e ambizioso progetto da portare avanti tutti insieme. È per questo che proponiamo sempre eventi che uniscano e aiutino a fare squadra, proprio come è nei valori dello sport e delle altre attività di welfare”.